TERAMO – Nonostante le rassicurazioni fornite dalla stessa neo presidente del Consiglio di amministrazione, il movimento sindacale che all’Istituto zooprofilattico fa capo alla sigla Federazione sindacati indipendenti vuole vedere chiaro sulla «conferibilità e nominabilità» della stessa in seno all’organo di indirizzo dell’Ente. Fsi chiede un parere, indirizzando la richiesta a chiunque possa fornirlo: dal ministero della salute alle regioni Abruzzo e Molise, allo stesso Cda, all’autorità contro la corruzione, alla corte dei conti e alla procura di Teramo. Il timore è che la nomina dell’avvocato teramano nonchè consigliere comunale del Partito democratico, qualora fosse illegittima, costituisse «sospensione della legalità con grave nocumento di tutti i dipendenti». Vale a dire: se il nuovo presidente non può ricoprire quella carica, tutti gli atti che il Cda così formato dovesse adottare potrebbero essere inficiati sotto il profilo della legittimità e legalità. Il sindacato indipendente dell’Istituto ricorda anche quali sono i punti su cui si fonda il dubbio normativo, ovvero due articoli della legge di riordino dell’Istituto zooprofilattico: quello, già noto, che cita l’inconferibilità di incarichi di amministratore di ente pubblico di livello regionale, anche se solo di indirizzo, a coloro che nell’anno precedente siano stati componenti del consiglio di un comune con popolazione superiore ai 15mila abitanti; ma soprattutto quello che richiede, in capo ai tre componenti del Cda, «comprovata professionalità ed esperienza in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti». Quale esperienza nel settore, chiede Fsi, possiede il neopresidente?
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